169. Grace Robertson – Reportage iconici sulla vita reale e la quotidianità

da | Giu 17, 2025 | Reportage | 0 commenti


La macchina fotografica era il mio passaporto per entrare nella realtà degli altri, senza invaderla. Mi sembrava di essere un osservatore della società. Non ho mai pensato alla mia presenza al suo interno”. – Grace Robertson

1. Grace Robertson ad inizio carriera
Grace Robertson ad inizio carriera, agli inizi degli anni Cinquanta.

Nata nel 1930 a Manchester, Grace Robertson iniziò la sua carriera in un’epoca in cui poche donne riuscivano a emergere nel mondo della fotografia di reportage. Nonostante fosse la figlia del giornalista del “Pitcure Post” Fyfe Robertson, ella ricevette inizialmente rifiuti da molte redazioni, ma la sua determinazione la portò a farsi strada e la sua sensibilità e il suo sguardo umanista fecero presto breccia nel pubblico.

2.Titan . Grace Robertson foto
Titan. Grace Robertson foto.

In quegli anni, ricorda la Robertson, se eri una ragazza della classe media c’erano solo tre lavori, considerati appropriati dalla società : l’ insegnamento, il lavoro di segreteria o quello di assistenza infermieristica, il tutto solo per riempire il tempo fino a quando non avresti incontrato l’uomo da sposare“. La Robertson, che dovette lasciare presto la scuola per prendersi cura di sua madre che soffriva di l’artrite reumatoide, e un giorno, mentre faceva la fila nei negozi, ebbe una rivelazione: “Ero in piedi a guardare due donne che parlavano, piovigginava e una bicicletta era caduta. E all’improvviso questo macellaio, che detestavo, divenne un’immagine “. Decise così di voler fare la fotogiornalista.

3.Lovers Seashore Grace Robertson Dick Muir Butlins Skegness 1952
Lovers. Seashore, Butlins, Skegness 1952. Grace Robertson aka “Dick Muir” foto.

Il fotogiornalismo all’epoca era considerato una disciplina esclusivamente maschile e tuttavia quando la Robertson parlò a suo padre della sua nuova ambizione, la sua risposta, tutt’altro che proibitiva, fu: “Giusto, hai bisogno di una macchina fotografica“. Non volendo approfittare del nome di suo padre, le sue prime fotografie furono pubblicate su “Picture Post” con lo pseudonimo di Dick Muir, ma non passò molto tempo prima che iniziasse a usare il suo nome.

4.Grace Robertson foto
Untitled. Grace Robertson aka “Dick Muir” foto.

Il “Picture Post”, era una pubblicazione settimanale, fondata nel 1938, che cercava, attraverso il fotogiornalismo pioneristico, di documentare la vita nella Gran Bretagna prebellica, bellica e postbellica. E la Robertson fu un vero pioniere del fotogiornalismo inglese realizzando una serie di immagini per il giornale considerate rivoluzionarie per quei tempi. Come quelle del 1955 di una donna che partoriva, per esempio, che furono alcune le prime del loro genere ad essere pubblicate.

5.Grace Robertson foto
Una nuova Vita, 1955. Grace Robertson foto.

La tattica della Robertson era quella di essere poco appariscente ( a tal proposito ricorda l’insegnamento di Cartier Bresson che per passare del tutto inosservato come fotografo aveva persino dipinto tutte le parti argentate della macchina fotografica di nero ) e di entrare in famigliarità con i soggetti che doveva documentare.

6. Frustation Petticoat Lane London 1948. Grace Robertson foto
Frustation, Petticoat Lane, London, 1948. Grace Robertson foto.

Con i suoi reportage, Grace Robertson ha documentato numerosi aspetti della società britannica del dopoguerra. Le sue fotografie hanno sempre dato voce a persone comuni, restituendo dignità alle vite quotidiane spesso ignorate dai media. La sua lente ha mostrato momenti di gioia, difficoltà, complicità e cambiamento, senza mai cadere nello spettacolo fine a sé stesso. Questo la rese una delle fotografe più apprezzate della Picture Post.



I – Grace Robertson – “Sheep” Reportage


Nel 1951 la Robertson ricevette il suo primo incarico da Picture Post, quello di documentare la vita dei tosatori di pecore che lavoravano in una fattoria collinare a Snowdonia, nel Galles. Robertson si avvicina al mondo rurale con uno stile documentaristico sobrio e rispettoso. Le sue fotografie illustrano il ritmo lento della vita agricola, la relazione tra gli uomini e gli animali, e l’intimità dei gesti quotidiani. Il bianco e nero esalta la ruvidità e la bellezza semplice di quel mondo, privo di ornamenti.

7.Lost in sheep 1951 Grace Robertson
Persi tra le pecore, 1951 – “Sheep” Reportage.
8.A shepherd with his flock at Hafod y Llan in Snowdonia 1951. Grace Robertson
Un pastore con il suo gregge a at Hafod y Llan in Snowdonia, 1951. “Sheep” Reportage.
9.Snowdonia sheep 1951 Grace Robertson
Pecore di Snowdonia , 1951 – “Sheep” Reportage.

In “Sheep”, l’autrice dimostra la sua capacità di osservare senza invadere, cogliendo l’essenza delle persone e dei paesaggi con rara delicatezza. È un lavoro che evidenzia la varietà del suo sguardo, capace di muoversi con naturalezza tra città e campagna, tra mondi femminili e maschili, senza mai perdere autenticità. Il suo lavoro rimane un esempio di fotogiornalismo etico, rispettoso e partecipe.

10. Snowdonia wales shearing farm 1951 Grace Robertson
Fattoria di tosatura Snowdonia Wales, 1951 – “Sheep” Reportage.
11.1951 Snowdonia wales shearing sheep 1951 grace Robertson
Snowdonia, Galles, tosatura delle pecore, 1951 – “Sheep” Reportage.
12.1951 Snowdonia wales shearing sheep 1951 grace Robertson
Snowdonia, Galles, tosatura delle pecore, 1951 -“Sheep” Reportage.


II – Grace Robertson – “Bluebell Girls” Reportage


Nel 1952 la Robertson ebbe l’incarico, sempre dal Picture Post, di accompagnare le Bluebell Girls, una compagnia parigina di cabaret, in tournée in Italia; un progetto che segnò l’inizio di un impegno lungo una vita nel fotografare le donne. Le immagini svelano la disciplina, la dedizione e anche le difficoltà dietro la scintillante facciata dello spettacolo. La fotogiornalista si muove tra i camerini, le prove e i momenti di pausa con uno sguardo rispettoso e partecipe, offrendo un ritratto autentico e privo di stereotipi del mondo dello show business al femminile.

13.Bluebell Girl Leaves For Milan 1952 Grace Robertson
Una Bluebell Girl parte per Milano, 1952 – Bluebell Girls Reportage.
14.Bluebell Girls arrive in Milan 1952 Grace Robertson
Bluebell Girls arrivano a Milano, 1952 – Bluebell Girls Reportage.
15.Members of a newly formed Bluebell Girls dance troupe from England during rehearsals at the Nuevo Teatro in Milan Italy Nov. 1951 by Grace Robertson
Membri della compagnia di danza inglese Bluebell Girls durante le prove al Teatro Nuovo di Milano, Italia, Novembre 1952. Bluebell Girls Reportage.

Le Bluebell Girls diventano, attraverso l’obiettivo di Robertson, non solo icone glamour, ma lavoratrici determinate e professionali. Questo reportage si distingue per la sua capacità di fondere estetica ed etica, portando alla luce la forza e la fragilità delle protagoniste. Ancora una volta, l’attenzione della fotografa si concentra sul lato umano, lontano dalla spettacolarizzazione e vicino alla verità del vissuto.

16.Bluebell Girls stop in Paris 1952 Grace Robertson
Le Bluebell Girls fanno tappa a Parigi, 1952 – Bluebell Girls Reportage.
17.Bluebell Girls backstage 1952 Grace Robertson
Bluebell Girls backstage, 1952 -Bluebell Girls Reportage.
18.Bluebell Girls In Paris 1952 Grace Robertson 1
Alcune Bluebell Girls partite da Londra leggono il giornale durante un intervallo al Lido Club sugli Champs-Elysees a Parigi. Novembre 1951. Sono in viaggio verso l’Italia. – Bluebell Girls Reportage.


III – Grace Robertson – “Mother’s Day Off” reportage


Nel 1954 Grace Robertson realizzò il suo reportage più celebre denominato “Mother’s Day Off”, che faceva parte della serie di articoli in cui il “Picture Post” documentava il modo in cui le persone della classe operaia trascorrevano il loro tempo libero durante i mesi estivi. In particolare il reportage documentava una gita di un giorno sulla costa, intrapresa da un gruppo di donne di Bermondsey, nel sud di Londra, che spesso bevevano in un pub del quartiere.

19.Grace Robertson Mothers Day Off 1954
Da “Mother’s Day Off” Reportage, 1954.
20.Grace Robertson Mothers Day Off 1954
Da “Mother’s Day Off” Reportage, 1954.
21.Grace Robertson Mothers Day Off 1954
Da “Mother’s Day Off” Reportage, 1954.

Così la Robertson ricorda quell’esperienza: “Sono partita sabato con le donne in pullman. La loro energia era eccezionale. Erano donne sulla cinquantina, sessanta e settanta, e avevano attraversato due guerre, la Depressione nel mezzo ed erano sopravvissute. Erano incredibilmente esuberanti “. Le immagini raccontano momenti di divertimento, danza, convivialità e leggerezza. Robertson riesce a catturare con grande empatia l’umanità e la complicità tra queste donne, mostrando uno spaccato inedito della quotidianità femminile del tempo.

22.Grace Robertson Mothers Day Off 1954
Da “Mother’s Day Off” Reportage, 1954.
23.Grace Robertson Mothers Day Off 1954 2
Da “Mother’s Day Off” Reportage, 1954.
24.Grace Robertson Mothers Day Off 1954
Da “Mother’s Day Off” Reportage, 1954.

“Mother’s Day Off” è considerato oggi un classico del fotogiornalismo sociale, capace di unire ironia, affetto e senso critico. Non c’è pietismo, ma una profonda comprensione della fatica e del valore del lavoro invisibile delle donne. Questo lavoro segnò un punto di svolta nella rappresentazione delle donne nella stampa illustrata e contribuì a consolidare la fama di Grace Robertson come narratrice visiva sensibile e innovativa.

25.Grace Robertson con un ricordo del reportage Mothers Day Off del 1954
Grace Robertson con un ricordo del reportage Mother’s Day Off del 1954.


Circa il reportage La Robertson dichiarò: Volevo mostrare che anche una giornata qualsiasi può essere piena di significato.” Nove delle fotografie scattate dalla Robertson furono pubblicate sul Picture Post ed ebbero talmente successo che due anni dopo la rivista americana “Life” commissionò alla Robertson di ripetere la storia, questa volta con un gruppo di donne di un pub di Clapham.

26.Grace Robertson foto
Dal reportage commissionato da “Life” nel 1956 .


La carriera di Grace Robertson si è distinta per la sua coerenza e integrità. Ha rifiutato di adattarsi alle logiche del mercato per restare fedele alla propria visione: quella di raccontare storie vere, con uno stile sobrio, narrativo e profondamente empatico. Negli anni, ha ricevuto numerosi riconoscimenti e le sue opere sono state esposte in prestigiosi musei e gallerie, tra cui il Victoria & Albert Museum. Grace Robertson è l’unico fotografo britannico ad aver partecipato a una mostra alla National Photography Gallery, negli Stati Uniti, per celebrare le prime donne nel fotogiornalismo.

27.Grace Robertson foto
Untitled. Grace Robertson foto.

Dopo la chiusura del Picture Post nel 1957, Grace Robertson lavorò come fotoreporter freelance, presentando lavori a una serie di riviste nazionali e alla Pictorial Press Agency. La Robertson ha scritto e tenuto numerose conferenze sul ruolo delle donne nella fotografia e nel 1999 fu insignita dell’Ordine dell’Impero Britannico (OBE), uno dei più alti onori del Paese, in riconoscimento dei suoi servizi alla fotografia, lo stesso anno in cui le è stato assegnato il Wingate Scholarship che ha usato per finanziare il suo progetto “Working Mothers” nella società contemporanea.

28.Grace Robertson foto
Untitled. Grace Robertson foto.

Grace Robertson sposò il collega fotoreporter Thurston Hopkins, che conobbe ai tempi del lavoro al Picture Post, e con il quale viveva fuori Londra. Negli ultimi decenni si è dedicata alla scrittura e a tenere conferenze sul ruolo delle donne nella fotografia. Ci sono state mostre del suo lavoro alla Kathleen Ewing Gallery di Washington DC, all’Università della California, a San Diego, alla Leica Gallery di New York e alla Zelda Cheatle Gallery di Londra. Nel 2007 il suo lavoro è stato incluso nello spettacolo How We Are di Tate Britain.

29.Thurston Hopkins and his wife Grace Robertson on the beach near his home
Grace Robertson con il marito Thurston Hopkins su una spiaggia vicino alla loro casa.

Grace Robertson ci ha lasciato nel 2021, ma il suo lavoro continua a parlare. I suoi reportage sono oggi considerati pietre miliari del fotogiornalismo, esempi di come la fotografia possa raccontare storie che vanno oltre l’immagine, toccando temi sociali, culturali e umani con finezza e impegno. Le sue foto non cercano il sensazionalismo: cercano la verità, anche quella più semplice e quotidiana.

30. La fotografa Grace Robertson nel corso degli anni
La fotografa Grace Robertson nel corso degli anni.

In un’epoca dominata dall’immagine istantanea e dalla superficialità visiva, l’eredità di Grace Robertson è più attuale che mai. Il suo sguardo sensibile e partecipe ci ricorda che ogni vita ha valore, ogni gesto merita attenzione e ogni storia può essere raccontata con rispetto. La sua opera resta un faro per chi vuole fare della fotografia un linguaggio per capire e onorare l’esperienza umana.


Non ho mai cercato lo scoop. Ho sempre cercato la verità della vita quotidiana.” – Grace Robertson

31. Grace Robertson aka Dick Muir
Grace Robertson aka Dick Muir.

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