“ Il cambiamento non è mai doloroso. Solo la resistenza al cambiamento lo è “ (Buddha)

I – Nicholas Vreeland : gli esordi come Fotografo di Moda.
Nicholas Vreeland nasce nel 1954 a Ginevra, in Svizzera, da genitori americani. Il padre Frederick Vreeland, che era un diplomatico, era il figlio della famosa direttrice di Vogue America Diana Vreeland. Alla nonna Nicholas era molto legato e fu lei che lo introdusse nel mondo della fotografia fin da ragazzo. Nicholas cresce in un mondo di privilegi e ricchezza seguendo il padre prima in Germania e poi in Marocco. Poi a 13 anni si trasferisce negli Stati Uniti, sempre con il padre, mentre la madre morì in giovane età.

In Europa Nicholas Vreeland aveva frequentato l’American University of Paris, poi una volta giunto negli Stati Uniti conseguì il Diploma presso la New York University Film School, quindi proseguì gli studi alla Groton School nel Massachusetts dove si interessò in particolare alla Fotografia. Nello stesso periodo divenne apprendista dei fotografi Irving Penn e Richard Avedon che lavoravano entrambi per la nonna Diana Vreeland, allora caporedattore della rivista Vogue America.

A metà degli anni Settanta Nicholas Vreeland era un autore e fotografo di successo del New York Times ed aveva tutte le caratteristiche del dandy: l’estetismo impenitente, la preoccupazione maniacale per l’abbigliamento, il cosmopolismo, i fidanzamenti d’interesse, la frequentazione delle vecchie famiglie europee e della nuova Inghilterra, il tutto accompagnato da un forte senso dell’umorismo. La sua strada sembrava già segnata, tra Parigi, dove aveva vissuto per due anni, New York , Milano e le altre capitali del jet-set.

Ma proprio in quegli anni Nichoals Vreeleand inizia a frequentare il Tibet Center di New York e si avvicina al buddismo. Nel 1977 prende seriamente i suoi studi sul buddismo diventando discepolo del venerabile Maestro Buddhista Khyongla Rato Rinpoche, un lama tibetano inviato in America all’inizio degli anni ’60 dal 14° Dalai Lama per introdurre e diffondere la cultura e la religione tibetana in Occidente, e che aveva fondato il Tibet Center di New York. Durante un incarico fotografico in India nel 1979, Nicholas Vreeland incontra il Dalai Lama e gli fu chiesto di fotografare il suo primo viaggio in Nord America.


Dopo anni di studio col maestro Rinpoche, Nicholas Vreeland abbandona i i privilegi della mondanità e del successo per seguire l’ideale buddista e trasferirsi in India. Nel 1985 diventa monaco ed entra nel Monastero di Rato Dratsang, nell’insediamento tibetano di Mungod nel Karnataka, nel sud dell’India. A chi oggi gli chiede come ha potuto a vent’ anni, un esteta edonista e mondano come lui spogliarsi della cultura dell’ apparenza e trovare rifugio nel buddismo, fino ad adottare la tonsura e vestire la toga, e come ha potuto condurre la sua aspirazione fino alla ricerca spirituale e ancor più fino ai voti di povertà, castità e fedeltà, egli risponde che “ fu un processo naturale”.



Negli anni della sua preparazione alla vita monastica Nicholas aveva messo un po’ da parte la sua passione per la fotografia, ma non l’aveva del tutto abbandonata. Poi quando divenne monaco e si trasferì nel Monastero di Rato Vreeland lottò con se stesso per recidere il suo legame con la macchina fotografica temendo che il suo attaccamento alla fotografia come ricerca artistica potesse compromettere la sua dedizione al percorso spirituale. Ma presto capì che era impossibile per lui rinunciare a essere un fotografo e che, in fondo, la sua passione per la fotografia non provocava nessun contrasto con la sua ricerca interiore, per cui continuò a scattare fotografie come hobby, nelle lunghe giornate della vita monastica.



Nel 1998 Nicholas Vreeland, che oramai era il monaco buddista“Rato Khen Rinpoche”, diventa “gheshe” ossia Dottore di Filosofia Buddista e aggiunge al suo nome anche la sua nuova laurea diventando il monaco buddista “ Rato Khen Rinpoche Geshe Thupten Lhundup “. Nello stesso anno comincia a viaggiare tra il suo Monastero in India e New York, per aiutare il suo insegnante, Khyongla Rinpoche, a gestire il Tibet Center.

II – Nicholas Vreeland : la Mostra itinerante “Foto per Rato”
Quando Nicholas Vreeland era entrato nel monastero di Rato, nel 1985, c’erano solo 27 monaci, ma poi la popolazione monastica da allora era cresciuta fino a superare il centinaio. Per cui il Monastero necessitava di un ampliamento. Nei primi anni 2000 iniziarono i lavori, ma poi nel 2008 il finanziamento promesso per la ricostruzione del monastero fallisce a causa della crisi finanziaria globale e Nicholas decide di raccogliere i fondi necessari per completare il progetto di costruzione sfruttando le sue capacità di fotografo.



Nel 2009 Nicholas Vreeland decide di organizzare una Mostra Fotografica itinerante delle fotografie che aveva scattato nei suoi anni di permanenza nel monastero di Rato Dratsang e nei dintorni , con lo scopo di raccogliere fondi per ampliare il monastero e per far ciò mette anche alcune sue fotografie in vendita per ricavare i soldi per costruire un nuovo campus monastico.


La Mostra raccoglieva ritratti in bianco e nero e fotografie dell’esperienza quotidiana nel monastero di Rato e dei paesaggi circostanti, ed era un piccolo viaggio in uno stile di vita e una dimensione spirituale poco conosciuta fino ad allora, per questo suscitò molto interesse ed ebbe un notevole successo. Ma fu anche molto apprezzata per lo stile e la capacità fotografica dimostrato da Vreeland, che aveva assimilato dai suoi maestri Irving Penn e Richard Avedon negli anni del suo apprendistato. Infatti, le immagini in bianco e nero di Vreeland sono state riconosciute come la testimonianza più significativa del misticismo orientale, con il loro racconto di un mondo fatto di dedizione, silenzio e pace lontano anni luce dalla realtà quotidiana occidentale.


Per il suo grande impegno per la ricostruizone del monastero di Rato, Nicholas Vreeland nel 2012 fu nominato Abate del monastero dal Dalai Lama che gli disse: “Il tuo compito è di colmare la distanza tra la tradizione tibetana e il mondo occidentale”. Oggi Nicholas Vreelande è il primo, ed il solo, Abate buddista di origine occidentale.

III – Nicholas Vreeland : il documentario “Monk with a Camera “ (2014)
Alla straordinaria vita di Nicholas Vreelande è stato dedicato anche un film documentario che è stato presentato in anteprima mondiale all’ IDFA di Amsterdam nel 2013. Il documentario, dal titolo: “Monk With A Camera: The Life and Journey of Nicholas Vreeland” è diretto da Guido Santi e Tina Mascara con musiche originali degli Gnu Quartet, Pivio & Aldo De Scalzi che si sono ispirati al minimalismo americano degli anni ’70 e in particolare a maestri come Steve Reich e Philip Glass. Il lungometraggio racconta la storia di Nicholas Vreeland, dai suoi eseordi come fotografo di moda al suo percorso spirituale che lo ha portato a diventare il primo abate occidentale di un monastero tibetano.

Nel film ci sono le testimonianze di chi lo ha conosciuto prima e dopo il suo cambiamento di vita, tra cui 14 ° Dalai Lama, l’insegnante di Vreeland Khyongla Rato Rinpoche, l’attore Richard Gere, John Avedon ( figlio di Richard Avedon), il padre di Vreeland Frederick Vreeland, suo fratello Alexander Vreeland e il suo fratellastro Ptolemy Tompkins. Il film mostra brevemente anche il Tibet Center, il centro buddista tibetano di New York City fondato da Khyongla Rato Rinpoche e dove insegnano sia lui che Vreeland, così come la casa di ritiro del Tibet Center nel New Jersey. Viene anche mostrato, in dettaglio, il monastero di Rato Dratsang, la casa di Vreeland per la maggior parte della sua vita.

Il film è stato proiettato per la prima volta in pubblico a Los Angeles alla fine del 2014 e poi in atri cinema a livello internazionale. In vari punti del film, oltre alle fotografie scattate dallo stesso Vreeland, si vede mentre guarda le fotografie della sua famiglia scattate da Irving Penn, Richard Avedon e Cecil Beaton. Vediamo anche Vreeland che legge Tintin in Tibet, del fumettista belga Hergé. Questo era un libro che gli piaceva da bambino; era la sua prima introduzione al buddismo tibetano. Il film è stato molto apprezzato per la sua capacità di accompagnare lo spettatore attraverso uno straordinario viaggio spirituale, restando dietro la tenda del buddismo tibetano ed entrando nel cuore e nella mente di un uomo.

Oggi Nicholas Vreeland trascorre metà del suo tempo nel monastero di Rato in India e l’altra metà negli Stati Uniti, dove è direttore del Tibet Center, il più antico centro buddista tibetano di New York City. Ma viaggia anche in giro per il mondo per diffondere la spiritualità buddista. Ha anche curato la pubblicazione di due libri del Dalai Lama. Nel maggio 2014, Nicholas Vreeland ha ricevuto il dottorato honoris causa dall’Università Americana di Parigi e dalla John Cabot University di Roma. Ha trascorso gran parte degli ultimi anni assistendo il suo insegnante Khyongla Rato Rinpoche, a Dharamsala, fino alla sua morte avvenuta nei primi di giugno del 2022.

Nell’ultimo decennio, ossia a partire dal 2010, Nicholas Vreeland è tornato ad accompagnarsi con la macchina fotografica per documentare la sua vita, i suoi incontri, i suoi viaggi. Tutti i suoi scatti sono poi catalogati sul suo sito www.nicholasvreeland.com con cadenza mensile. Mentre per le scene di vita quotidiana realizza fotografare a colori , per i ritratti ha sempre preferito esprimersi in bianco e nero come dimostrano gli intensi ritratti degli abitanti dei villaggi indiani, soprattutto donne, e quelli durante la pandemia di Covid.




“Sono rimasto un fotografo amatoriale, uno che si impegna nella Fotografia per amore e per necessità, o anche per dipendenza.”— Nicholas Vreeland

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